Stabilità dei Pendii

Codice: 30383
SSD: ICAR/07

L’Insegnamento, che dà diritto a 9 crediti formativi, si tiene al II Semestre del II Anno del Corso di Studi. Viene svolto in 50 ore di lezione e 22 ore di esercitazione; l’attività didattica si svolge con lezioni ed esercitazioni. L’insegnamento non prevede alcuna propedeuticità. Le modalità di esame prevedono un colloquio finale e la discussione dell’elaborato progettuale svolto durante le esercitazioni.

 

Obiettivi formativi:

Trasferire agli allievi le conoscenze necessarie per operare nel campo della stabilità dei pendii (in rocce sciolte e lapidee) e della stabilità delle aree costruite, in cui siano temuti dissesti del sottosuolo capaci di compromettere la stabilità delle costruzioni.

 

Contenuti:

Lezioni. Caratterizzazione meccanica dei terreni sciolti. Caratterizzazione meccanica delle rocce lapidee. Modellazione geomeccanica di ammassi di rocce fratturate: discontinuità e relativi criteri di resistenza. Indagini e monitoraggio di grandezze rilevanti nella stabilità dei pendii. Cause delle frane, interpretazione meccanica. Analisi della filtrazione nei pendii. Analisi di stabilità 2D e 3D. Metodi dell’equilibrio limite: pendio indefinito, cunei, metodi delle strisce: equazioni di equilibrio ed incognite. Resistenza operativa in frane di primo distacco e riattivate. Metodi delle tensioni (analisi FEM). Condizioni di drenaggio a rottura in relazione alle cause della frana. Pendii artificiali: fronti di scavo, trincee stradali, miniere (cenni), scavi in frana, rilevati, rilevati su corpi di frana, cenni alle costruzioni di terra (argini di terra, dighe zonate). Classificazione delle frane (Varnes, 78). Velocità e danni attesi: scala di Varnes.  Interazione fra infrastrutture e corpi di frana. Danni possibili, misure di protezione. Rischio di frana e mitigazione: previsione, prevenzione, emergenza. Principi di funzionamento degli interventi attivi: rimodellamento, drenaggi superficiali e profondi, palificate, chiodi e tiranti, reti di contenimento in aderenza al versante. Principi di funzionamento degli interventi passivi: vasche di raccolta di colate di fango, barriere paramassi. Progetto di trincee ed aste drenanti.  Progetto di pali sotto azioni orizzontali (teoria di Broms). Stabilità delle aree costruite; dissesti possibili: crolli di cavità sotterranee, subsidenza di grandi aree, cedimenti dei terreni di fondazione per perdite di acquedotti e fognature, liquefazione. Misure di protezione.

Laboratorio di progettazione. Stabilizzazione di un sito in frana (indagine sui terreni, caratterizzazione meccanica, analisi della stabilità, progetto dell’intervento di stabilizzazione).

Cantiere didattico: visite tecniche a cantieri.

 

Materiale Didattico:

G. Urciuoli. Appunti del corso (disponibili sul sito web-docente)

N. Nocilla, G. Urciuoli. Stabilità dei pendii in roccia. Hevelius Editore, Benevento, 1997

A. Desideri, S. Miliziano, S. Rampello. Drenaggi a gravità per la stabilizzazione dei pendii. Hevelius Editore, Benevento, 1997

C. Airò Farulla. I metodi dell’equilibrio limite. Hevelius Editore, Benevento 2001

L. Picarelli. Meccanismi di deformazione e rottura dei pendii. Hevelius Editore, Benevento, 2000

Ore di Lezione: 50

Ore di Esercitazione: 22

Propedeuticità: Nessuna

Crediti: 9

Modalità Esame:
Colloquio orale

http://pbsi.fbs.unm.ac.id/thai/